Nome scientifico: Anoplophora glabripennis

Piante affette: Acero, Betulla, Pioppo, Olmo, Salice, altre

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

E’ un insetto di origine asiatica,innoquo per l’uomo, ma estremamente nocivo per molte specie di latifoglie, tra cui Acero, Betulla, Pioppo, Olmo, Salice.
Attacca principalmente gli alberi in ambiente urbano (viali, giardini, parchi, vivai, piante isolate, cespugli, filari. Saltuariamente ai margini dei boschi, ad oggi non è mai stato riscontrato all’interno dei boschi.

Gli adulti (fig1) si trovano da fine giugno a fine ottobre, i quali causanno ingenti danni ai giovani rami (fig 2).
Riescono a disperdersi nell’ambiente per 600-1000 mt. per anno. La maturazione sessuale viene raggiunta due settimane dopo la nascita e le femmine depongono dalle 30-130 uova.
Nelle piante attaccate si possono trovare contemporaneamente uova, larve di varia età e pupe a causa della: longevità degli adulti, possibile presenza di cicli biennali, colonizzazione successiva degli stessi alberi.

 

Sintomi

Fori di sfarfallamento degli adulti (fig 4), si trovano nella parte medio-alta del fusto e delle branche principali, si vedono meglio in inverno.

Nicchie ovigere (fig3): numerose lungo il fusto e le branche principali, si vedono meglio in estate.

Morsicature di maturazione e nutrizione (fig 2), sulla corteccia tenera dei rametti di 2-3 anni, si vedono in estate.

Disseccamenti della chioma, progressivi, lenti, per settori, “tardivi”.

 

Strategie

In base all’ordinanza del Presidente del Veneto n. 137 del 22/luglio 2009 si devono mettere in atto le seguenti obbligatorie strategie di difesa:

a) abbattimento di tutte le piante infestate con distruzione del legname di risulta secondo le
indicazioni del Servizio Fitosanitario Regionale;
b) divieto di messa a dimora delle seguenti piante (piante sensibili): Acer spp., Betula spp,
Populus spp., e Salix spp.;
c) divieto di vendita e di trasporto al di fuori della zona infestata delle piante sensibili;
d) divieto di trasportare il legname e la ramaglia di risulta non cippati al di fuori della zona
infestata.
e) l’obbligo per le aziende vivaistiche che coltivano o commercializzano piante sensibili di
eseguire almeno quattro trattamenti insetticidi, a partire dall’inizio di giugno con una cadenza
di 15-20 giorni, e di tenere un registro con l’inventario di suddette piante e relativa mappa.

Scheda a cura del Servizio Fitosanitario Regionale – tel sede Verona 045 8676919
tel ufficio di Treviso 0422 412798

Nome scientifico: Paysandisia archon

Piante affette: Palme

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

E’ un lepidottero di grosse dimensioni (9-11 cm di apertura alare).
L’intero ciclo di sviluppo si compie generalmente in un anno, ma non si esclude che alcuni esemplari possano completare lo sviluppo in 18 mesi.
Più l’ovideposizione è tardiva, più è infatti probabile che il ciclo si compia in 18 mesi.
L’uovo è di colore da bianco grigiastro a crema e misura 5mm di lunghezza L’uovo ha forma allungata con 7 coste longitudinali, caratteristica che lo distingue da uova di altri lepidotteri.
Le uova vengono deposte in piccoli gruppi all’inserzione del rachide fogliare oppure sul germoglio apicale. La farfalla ha abitudini diurne, cioè vola in pieno giorno, soprattutto nelle ore più calde;
Vola tendenzialmente da giugno a settembre ma nelle Marche sono stati trovati esemplari adulti anche ad ottobre e novembre

Nel Veneto Paysandisia archon è stata individuata per la prima volta pochi giorni fa nella zona del lago di Garda veronese.

Sono in corso monitoraggi specifici per definire l’area infestata dove saranno applicate misure specifiche

 

Sintomi

Nella suo areale di origine sud America non crea danni economici.
Nell’area mediterranea invece essa rappresenta una seria minaccia per almeno 11 generi di palme:
Brahea Mart.
Butia Becc.
Chamaerops L.
Jubaea Kunth
Livistona R. Br.
Phoenix L.
Sabal Adans
Syagrus Mart.
Trachycarpus H. Wendl.
Trithrinax Mart.
Washingtonia Raf

La larva neonata (lunga meno di un cm) penetra subito all’interno del fusto della palma dove scava gallerie longitudinali e tendenzialmente rettilinee, le quali approfondendosi aumentano di diametro.
Evidenti sono anche le perforazioni del lembo fogliare.

 

Strategie

Il controllo di questo insetto risulta di notevole difficoltà per diversi motivi:

il numero elevato di palme su cui può svilupparsi

la mancanza di antagonisti nel nostro territorio

la difficoltà a rilevarne tempestivamente la presenza (i danni alle foglie vengono fatti dalla larva quando il getto apicale è ancora all’interno del fusto). È visibile anche della rosura sull’apice della palma.
Per quanto riguarda la difesa chimica, attualmente ci sono un centinaio di prodotti registrati per uso vivaistico e ornamentale contro le larve di lepidotteri ma sperimentazioni effettuate in altre regioni interessate dal problema hanno dato risultati poco soddisfacenti
L’utilizzo di trappole per la cattura massale degli adulti o per il monitoraggio sembra non dare risultati soddisfacenti poiché il feroromone agisce solo a breve raggio.

L’utilizzo di nematodi (Steinernema carpocapsae) entomopatogeni contro le larve sta dando buoni risultati.

MECCANISMO D’AZIONE

Il nematode raggiunge le larve, rilascia dei batteri che uccidono le larve stesse e consente al nematode di nutrirsi dell’ospite e completare il suo sviluppo.
Va impiegato in soluzione acquosa irrorando il cimale e il fusto della palma (es: 7 litri d’acqua per una palma di circa tre metri di altezza).
Sono organismi vivi e si consiglia di attenersi alle indicazioni di etichetta.

REQUISITI PARTICOLARI PER IL MOVIMENTO SUL TERRITORIO COMUNITARIO

constatazione ufficiale (servizio fitosanitario) che i vegetali:

sono stati coltivati per tutto il loro ciclo di vita in una zona riconosciuta indenne

Oppure

durante un periodo di almeno due anni prima dello spostamento sono stati coltivati in un luogo di produzione :

registrato e sorvegliato dal Servizio Fitosanitario;

in cui i vegetali sono state tenute in un sito a protezione fisica totale (reti) volta a impedire l’introduzione della Paysandisia archon o soggetto all’applicazione di trattamenti preventivi adeguati

-che dai controlli ufficiali (ogni tre mesi) non sono state riscontrate manifestazioni dell’organismo nocivo

– nell’allegato V (specie soggette a passaporto) sono stati inclusi anche i vegetali di palma destinati alla piantagione.

Scheda redatta dal Servizio Fitosanitario Regionale

Nome scientifico: Verticillium dahliae su dimorfoteca

Piante affette: Dimosfoteca

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

Il fungo si conserva a lungo nel terreno. L’infezione avviene attraverso le radici che raggiungono il terreno infetto. Il tempo d’incubazione è di minimo 15 gg per la comparsa dei primi sintomi, a 50gg. si ha la piena espressione della malattia con temperature medie di 25°C.

 

Sintomi

Clorosi unilaterale accompagnata da perdita di brillantezza del fogliame; segue progressivo appassimento a cominciare dalla parte apicale. Sezionando i fusti si nota imbrunimento dei vasi.

 

Strategie

Utilizzare substrato e contenitori nuovi, mantenere i vasi isolati o comunque non a diretto contatto del suolo.
La lotta chimica si basa sull’impiego di tiofanato-metile (p.a. autorizzato solo in pieno campo) alla dose di 0,5-1 g di p.a. per litro di substrato. In prospettiva potrebbero essere utilizzati prodotti a base di strobilurine quando verranno registrati per applicazioni al terreno.

Bibliografia:
A. MINUTO, P. PENSA, G. MINUTO, A. GARIBALDI – 2005 –Verticillium dahliae: nuovo parassita della dimorfoteca coltivata in vaso– Informatore Fitopatologico 1, 54-56.

Nome scientifico: Effetti endoterapia

Piante affette: Ippocastano

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

 

Sintomi

Premessa:

L’endoterapia è una tecnica di applicazione di prodotti fitosanitari in piante arboree nota da alcuni decenni.

Da alcuni anni vengono praticate applicazioni di massa contro Cameraria su ippocastano. Sono state fatte delle osservazioni macro e microscopiche per valutare il rischio di introduzione di agenti viventi estranei, di fenomeni di compartimentazione o di alterazione cromatica, o di formazione di carie in seguito a questo tipo di terapia.

Sono stati sperimentati diversi trattamenti con Acephate+Methomyl, Imidacloprid ed acqua sterile per via gravitazionale o in pressione.

 

Strategie

Risultati:

Dall’osservazione delle sezioni trasversali è emersa la presenza all’interno dei fusti trattati di alterazioni cromatiche brune che partivano dal punto di iniezione e avevano direzione acropeta e basipeta (fig.1).

Questi imbrunimenti sono risultati più diffusi nei trattamenti con Acephate+Methomyl e con l’acqua sterile. Queste alterazioni cromatiche potrebbero essere sia la manifestazione diretta del passaggio di una sostanza estranea sia l’esito di una reazione della pianta all’iniezione di qualsiasi sostanza. Le alterazioni non sarebbero dovute a deposito di fitofarmaco o ad una reazione di fitotossicità, ma a depositi di natura gommosa come risposta fisiologica aspecifica della pianta.

Non è stato possibile verificare se tali depositi dessero origine ad occlusioni tali da compromettere lo stato di salute della pianta. Comunque è consigliabile praticare applicazioni successive in punti diversi per non causare occlusioni importanti del lume dei vasi linfatici.

Sono stati isolati dal legno trattato funghi e batteri, che però non si sono rivelati patogeni, sia con interventi in condizioni di sterilità che non sterili.

Questo significa che i preparati utilizzati sono già contaminati in partenza.

In conclusione viene ribadito che qualsiasi effetto secondario del trattamento è di sicuro ampiamente inferiore rispetto all’effetto benefico dello stesso.

Bibliografia:

NICOLOTTI G., GONTHIER P., GIORDANO L. – 2006 – Effetti collaterali di trattamenti endoterapici su legno d’ippocastano. – Informatore Fitopatologico, 10, pagg. 34-39

Nome scientifico: Fusarium circinatum

Piante affette: Pinus, Pseudotsuga, e alcune specie di Picea

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

i principali responsabili del diffondersi della malattia sono gli insetti della famiglia dei coleotteri scolitidi. La malattia fu segnalata per la prima volta in California da dove si è diffusa in tutto il mondo. Le specie suscettibili all’attacco sono tutte quelle del genere Pinus, Pseudotsuga, e alcune specie di Picea.

 

Sintomi

Il fungo causa sul punto d’infezione delle lesioni che interessano sia le grosse branche, sia il tronco principale, sia le radici superficiali. Tali lesioni possono cingere l’intera circonferenza della parte colpita portando a un progressivo disseccamento della parte aerea colpita e distaccamento della parte a monte ormai spoglia e morta. I pini colpiti producono un’enorme quantità di resina e il legno sotto la corteccia diventa di color miele nell’area limitrofa alla lesione.

 

Strategie

Non esistono attualmente cure risolutive. Generalmente si interviene con la potatura eliminando le parti colpite affinché il fungo non si diffonda tramite la resina infetta.
Nelle aree interessate dalle malattia è consigliabile usare varietà che dimostrano una maggior resistenza al patogeno (v. tabella).

BIBLIOGRAFIA

DA TECNOVERDE GENNAIO/FEBBRAIO 2007

Nome scientifico: Cylindrocladium sp.

Piante affette: Rose

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

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Ciclo biologico

Il fungo è favorito da condizioni di temperatura elevata, media di 27°C, ed elevata umidità. L’infezione è favorita da lesioni a livello del colletto o del fusto. Il periodo di incubazione varia da 25 a 40 gg a seconda delle varietà.

 

Sintomi

la malattia si manifesta con disseccamento di singoli rami accompagnati da ingiallimenti e appassimenti fogliari. Presenza di una lesione cancerosa al colletto della pianta

 

Strategie

Evitare lesioni agli organi più suscettibili all’attacco del patogeno. Utilizzare varietà poco sensibili alla malattia. Trattare preventivamente con prodotti a base di clorotalonil, rame, tiofanato metile (uso non consentito in serra).

Bibliografia:
RAPETTI S., MARTINI P., DE RINO E., GULLONE C.– 2007 –Una nuova malattia della rosa causata da Cylyndrocladium sp.– Informatore Fitopatologico 3, pagg.31-32

Nome scientifico: Phytophthora ramorum

Piante affette: Quercia, Rododendro, Viburno, Mirtillo, lauro cali

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

Questo patogeno è stato osservato per la prima volta nel 1995 nella costa centrale della California. Esso attacca anche il rododendro (Rhododendron spp.), il mirtillo (Vaccinium ovatum), l’alloro della California (Umbellularia californica)

Finora, non si ha la certezza delle modalità con cui la malattia si diffonde, anche se è risaputo che le spore possono essere trasportate nell’acqua e nel fango, o sui pneumatici e sulle suole gommate delle scarpe. Si ritiene anche che siano trasportate dal vento e dall’aria.

 

Sintomi

La malattia è causata dal fungo Phytophthora ramorum. Provoca sintomi differenti in molte specie non collegate tra loro, tra cui Viburnum, Rhododendron in Europa e le querce californiane autoctone negli USA, con effetti letali (Foto 2; immagine in alto orizzontale). Un esempio della sua virulenza è il fatto ha sterminato tutte le querce di un’area di 9 miglia quadrate a Berkeley, in California.

Phytophthora Ramorum, è un fungo che causa un rapido appassimento e, una volta colpite, le piante possono morire in pochi mesi. Sintomo della malattia è la comparsa di cancri della corteccia (foto 1; immagine verticale), che scoppiano facendo fuoriuscire una linfa rosso scuro (foto 1; immagine in alto orizzontale). Le punte dei germogli appassiscono improvvisamente e le foglie o addirittura tutta la pianta perdono velocemente colore (foto 1; immagine bassa orizzontale). Il fungo si sviluppa nelle lesioni e distrugge il tessuto vivo.

Nel Rhododendron la malattia si presenta sotto forma di macchie scure sulle foglie, con conseguente accartocciamento dei margini (foto2; immagine in basso orizzontale) e sulla corteccia dei rami piccoli, mentre nel Viburnum causa appassimento che si propaga verso l’alto, a partire dalla base della pianta.

 

Strategie

Data la pericolosità della malattia, si sono registrati i primi focolai della malattia in Inghilterra, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e recentemente il primo caso in Italia in un vivaio piemontese di Verbania, l’Unione Europea ha emanato un provvedimento di lotta obbligatoria, con il quale definisce le disposizioni e le cautele da adottare nei casi di importazione di piante e legname dalle zone infette e obbliga la distruzione immediata delle piante contagiate riscontrate nei vivai, su indicazione del Servizio Fitosanitario competente.

Purtroppo la malattia è facilmente confondibile con altri sintomi di avversità diverse tra le quali: Querce defoliate da insetti, che possono sembrare morte ma che rigermogliano più avanti nella stagione; putrefazioni del legno dovute ad altre forme di cancro, bruciatura fogliare, malattie dalla radice, danni da gelo, danni da erbicida ed altre malattie non gravi.

Un esempio in questo senso sono gli attacchi di insetti o funghi che colonizzano gli alberi ammalati che non hanno uno specifico riferimento agli alberi colpiti da Phytophthora ramorum (foto2; immagine orizzontale di mezzo).

Per avere la certezza di essere in presenza della Phytophthora r. bisogna effettuare una analisi di laboratorio. In caso di dubbio consigliamo di rivolgersi al Servizio Fitosanitario Regionale.

Nome scientifico: Ceroplastes ceriferus

Piante affette: Alloro, Camelia, Evomino, ecc.

Tipo di malattia: avversità del FUSTO

Immagini:





Ciclo biologico

C. ceriferus è una specie polifaga. Le sue piante ospiti sono comprese all’interno di numerose famiglie botaniche in particolare a Camelia spp., Ilex spp., Euonymus spp., ma anche a Cedrus deodara e ad altri alberi d’ornamento quali magnolia, Hedera, Spirea, Pyracantha, Buxus.
C. ceriferus compie una sola generazione all’anno con svernamento sostenuto dalle femmine adulte. Le uova vengono deposte tra maggio e giugno e la schiusa avviene da fine maggio ai primi di luglio, a seconda delle località considerate. Le femmine adulte destinate a svernare compaiono solitamente da agosto a settembre. I maschi osservati per la prima volta in Giappone, sono stati notati occasionalmente o in percentuale inferiore al 2%negli Stati Uniti. La fecondità delle femmine appare variabile: quantificano in più di 3.000 le uova deposte su Citrus da femmine ben sviluppate mentre altri Autori segnalano genericamente “da 1.000 a 2.000” o un “migliaio o più” le uova deposte per femmina
In Italia, le piante ospiti più comuni su cui C. ceriferus è stato risultano Cornus sucui sp., Laurus nobilis, magnolia sp, Pyracantha coccinea. E’ interessante notare come C.ceriferus si sia bene adattato a Laurus nobilis pianta ospite non presente nel suo areale d’origine e sulla quale spesso convive con C. Japonicus, specie affine arrivata in Italia circa 20 anni fa.
C. ceriferus compie anche in Italia una sola generazione annuale con svernamento sostenuto da femmine adulte. Le neanidi neonate si fissano esclusivamente sui rametti (foto 1 neanidi di 3^ età) , mai o molto raramente sulle foglie, come avviene invece in C. Japonicus ed in ciò consiste la distinzione tra le due specie (foto 2 visibili su folgie C. Japonicus, su ramo Ceroplastes ceriferus).
La chiusura delle uova è iniziata nella prima decade di giugno.

 

Sintomi

Ceroplastes ceriferus, cocciniglia di provenienza esotica, è stata individuata per la prima volta in Europa nel 2001 su siepi di allora in provincia di Verona. I danni causati non differiscono da quelli causati da altre specie m appartenenti alla fam. Coccidae e consistono nella sottrazione diretta di linfa e nell’emissione di abbondante melata sulla quale si sviluppano le note fumaggini. Le piante attaccate evidenziano un declino generale in termini di vigoria e sviluppo ed il valore estetico della pianta risulta notevolmente ridotto a causa dell’annerimento della vegetazione provocato dalle fumaggini.

 

Strategie

La presenza contemporanea sulla pianta di stadi sensibili (neanidi di 1^ e 2^ età) può consentire la lotta chimica contro entrambe le specie con un solo intervento. Particolarmente interessante risulta l’impiego dell’olio paraffinico che, dato il vantaggioso profilo ecotossicologico è particolarmente indicato per l’utilizzo in ambiente urbano. E’ importante adottare misure di lotta ovunque si riscontrino focolai di questa specie al fine di evitare che si diffonda. Le notevoli dimensioni che le femmine raggiungono già in autunno ed il colore bianco della cera che le ricopre rendono facilmente individuabili le piante infestate. In presenza di femmine adulte , se l’infestazione è limitata, è consigliata la potatura di rami infestati e la loro eliminazione. In caso di elevate infestazioni , si può ricorrere alla lotta chimica. Questa dà buoni risultati se il trattamento è effettuato nel periodo di presenza delle neanidi di 1^ e 2^ età e con l’avvertenza di bagnare bene le piante in quanto le cocciniglie sono fissate sui rametti e non sulle foglie. E’ raccomandabile tenere sotto osservazione le piante trattate ed eventualmente ripetere il trattamento nell’annata successiva. E’ opportuno avvisare i servizi Fitosanitari Regionali qualora si riscontrino infestazioni di questa specie.